Ciascuno di noi ha fatto non solo un viaggio nel mondo della materia, sostandosi di luogo in luogo, vivendo in molti paesi, ma anche un viaggio psicologico, che cerco di descrivere nella mia vita psicologica, ed anche uno nel mondo dello spirito, un viaggio di risveglio della “Bella addormentata nel bosco”, la coscienza.
Cosi darò qui qualche cenno del mio percorso spirituale, che forse potrà essere utile a qualcuno per riconoscere il proprio.
-Intorno ai miei 5 anni, ricordo un momento in cui, rilassato al mattino, vedendo il sole verso le 10 di mattina salire più in alto nel cielo di fronte a me, mi sentii cosi bene, cosi in espansione, cosi perso nel sole che mi ci persi dentro.
-Sarà successo a molti, ma io ricordo che questo rapporto col Sole, anche in anni successivi, era davvero forte, e per un periodo, intorno ai miei 10 anni mi alzavo la mattina sempre piu presto per potere vedere l’aurora, quando il sole appariva all’orizzonte. In quel tempo abitavo in Israele colla mia famiglia, e sulla baia di Haifa questo spettacolo era davvero impressionante, insieme ai profumi del mattino sul Carmelo, un senso di avventura e mistero che quel momento portava con se. Per svegliarmi presto usavo un metodo trovato su un libro sull’autoipnosi, che consigliava di disegnare un orologio grande con l’ora desiderata per la sveglia su un foglio, e fissarlo prima di addormentarsi; funzionava!
-Nel periodo della adolescenza il mio stato d’animo divenne depressivo, avevo sempre un grande dolore dentro, un desiderio di morire; me lo spiegavo con la difficoltà di sentirmi inserito nei paesi e ambienti dove la famiglia mia si spostava, Turchia, Francia, alle difficoltà di amicizie e ragazze per la mia timidezza e la estraneità dei costumi, con le difficoltà psicologiche in una famiglia che si stava dividendo. Ma io credo fossero in realtà stati connessi ad una morte interiore, che poi si è ripresentata negli anni.
Ciclicamente e per diverse ragioni infatti ho attraversato periodi di non senso, di demotivazione, di depersonalizzazione quasi, ed anche di forze interiori, che credevo connesse alle donne, forse dovrei dire all’anima, alla ricerca di qualcosa che era indefinito, ed un giorno credetti di individuare nel divino.
-Verso i 14 anni infatti un mattino andando a scuola, come una lampadina sulla testa nei fumetti, compresi che la mia vita ce l’aveva un senso, potevo amare, amare il mondo, fare qualcosa per gli altri. Iniziai quindi a frequentare ambienti cattolici impegnati nel sociale, come la gioventù studentesca, i campi di lavoro per l’africa e i lebbrosi, mentre il mio interesse per la religione e la spiritualità fiorirono prima in forma piu convenzionale, poi sempre piu in forma individuale, scoprendo lo yoga e le religioni orientali.
-Maturando la mia mente giovane, in seguito venni ad interessarmi di storia e politica, ed infine di scienza. Finite le superiori infatti, e la famiglia, il mio interesse si sposto in una ricerca spirituale rivolta prima alla politica, poi sempre di più alla scienza. Continuavano i miei stati di dubbio esistenziale e depressione periodica, ma più sottili, ed iniziai la mia analisi personale intorno ai 25 anni.
-La frequentazione due volte la settimana di analisti ed ambienti di ricerca interiore, ambienti e tecniche di meditazione mi portarono a scoprire di più la ricchezza ed il mistero che erano dentro di me. Un giorno, pochissimo tempo dopo avere appreso la prima tecnica di meditazione, (l’Hong So insegnata da Yogananda, attraverso una sua discepola, Elena Erba Tissot) scoprii la fontana della vita, che scorreva imperturbabile e indipendente da tutto da sempre in me, e la riconobbi.
-Le vicende esteriori ed interiori insieme, (come sposarmi e poi attraversare la crisi del matrimonio, seguire pazienti che viaggiavano in quell’oscurità e che volevo accompagnare, l’approfondimento della mia analisi e della meditazione) fecero emergere sempre di più uno stato di coscienza più consapevole, come se aprissi gli occhi gradualmente dopo ogni morte e rinascita, (questi passaggi non descriverò qui in dettaglio).
In quegli anni, tra i 30 e i 35 soprattutto, ci fu infatti il culmine di quello sprofondare e riemergere, con scarsa consapevolezza di quanto accadesse; soltanto adesso, più di trenta anni dopo, mi è piu chiaro come i movimenti della Kundalini siano incomprensibili da dentro, poiché la coscienza stessa è in quel mutamento in cui è assente nel senso comune, come la conoscevo prima.
-Poco prima e poi anche negli anni a seguire, avevo incontrato diversi cammini spirituali, quello del buddismo tibetano, attraverso il maestro Norbu, nella comunità di Merigar sull’Amiata, il Kriya Yoga di Yogananda, attraverso la comunità di Ananda vicino ad Assisi, lo studio intenso e continuo della Divina Commedia di Dante, che percepivo contenesse il messaggio occidentale del risveglio e della via. Anche l’astrologia, occidentale prima e vedica poi, mi parlavano di questo mio cammino di risveglio.
-Dirò tuttavia che questo sviluppo graduale, più o meno veloce nei diversi periodi, ebbe una trasformazione quando incontrai dentro (fuori le avevo incontrate da un bel po, senza capirle bene) l’approccio non dualistico del Vedanta, attraverso il maestro Mooji. IL suo insegnamento mi trovava adesso più recettivo, e mi portò ad altri maestri, in particolare Caterina Maggi, Shakti, ed al suo maestro, Avasa. Fu durante questi recenti anni che ho potuto vedere grazie anche a loro di più e meglio, e che la mia ricerca interiore si è infine molto placata.
-Essenzialmente questa fase più recente, diciamo gli ultimi dieci anni, hanno modificato in maniera profonda e relativamente stabile il trasloco del mio senso di identità cominciato tanti anni prima e maturato gradualmente, ossia il trasloco dal me al Sé come luogo, diciamo così, dove risiedere, così che sento adesso riconnessa la mia vita individuale a quel che mai era stato perso, ed il senso di separazione si è molto dissolto.
-I fenomeni energetici connessi al risveglio, cosi spesso in primo piano in molti resoconti di risveglio, in me sono stati diluiti e percepiti all’interno di una struttura di personalità che ha continuato, sebbene con falle e sbandamenti, quasi nella normalità, forse aiutato anche dal tipo di professione e dall’aiuto inconsapevole dei mei pazienti, che hanno pagato, come diceva Winnicott, per insegnarmi. Alcune poesie che ho pubblicato sul sito testimoniano di questo mio stato interno, che non è definitivo; come disse Maometto, gli uomini nella vita dormono, e sognano, e quando muoiono si svegliano.
-Cosi ho scoperto che morire da vivi è una grande occasione, e la psichiatria chiama depressione questo senso di morte, non comprendendone il potenziale evolutivo e cercando di abbattere anziché di accompagnare la crisi di identità che origina quelle manifestazioni. Per questa mia esperienza personale e professionale quindi in questi anni cerco di testimoniare la via del ritorno perché le persone in crisi trovino una risposta diversa da quella basata sul paradigma medico biologico.
Insomma, una bella storia, una piccola divina commedia; ma comunque una storia, di un personaggio che evolve, e che va a finire bene o meno bene, una storia di mutamenti.
Ma io, soltanto ora vedo, non sono mai cambiato, in tutti questi cambiamenti.